Studio di psicologia clinica e forense
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Daniela Benvenuti - MioDottore.it
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IMPARARE A CAVALCARE L’INCERTEZZA


Questo strano inaspettato insolito periodo mi dà lo spunto per parlare di un pensiero disfunzionale che riscontro in molte  persone, cioè la presunzione di voler agire un quasi totale controllo sugli eventi, un’utopia che si traduce in disagio vero e proprio, perché di fatto è impossibile controllare in maniera totale gli eventi e preservarsene. L’incertezza fa parte in misura più o meno minore di tutto ciò che progettiamo, l’imprevisto si affaccia in ogni caso e tenerne conto non può che aiutarci ad affrontarlo in maniera efficace invece di temerlo e rimanere schiacciati quando accade.

Quando un progetto a cui abbiamo dedicato i ns sforzi non va come avevamo previsto, la prima reazione è di smarrimento, sgomento, disperazione. Le possibili direzioni in cui può andare il ns comportamento hanno molto a che vedere con l’accrescimento o l’abbattimento dell’ autostima.

Da un lato: dal ragionamento concatenato: “devo controllare tutto in modo che nulla di negativo accada, le cose devono andare come voglio io, altrimenti significherà che non sono all’altezza e non valgo”, correlato con pesante calo di autostima, al ragionamento molto più realistico e funzionale: “ farò del mio meglio  per far andare bene le cose, potrà capitare qualche imprevisto che non posso controllare, ma al momento cercherò di farvi fronte nel migliore dei modi che conosco. In ogni caso, sono in grado di sopportarlo”. Qui l’autostima non dipende dalla riuscita o meno di ciò che mi prefiggo, perché so che in ogni caso ce l’ho messa tutta per far riuscire il mio progetto. Che se non si realizzerà non andrà ad intaccarla.

Paradossalmente, se accettiamo che non possiamo controllare tutti gli aspetti della ns esistenza e mettiamo in conto che possiamo in ogni momento affrontare situazioni non previste ed improvvise, riusciremo a fronteggiare più efficacemente queste situazioni. Come tenere aperta una fessura anche d’inverno, per far fluire l’aria frizzante.

In poche parole, nella più rosea delle conseguenze, potremo imparare a convivere con l’incertezza e a percepirci comunque dotati di efficacia nel fronteggiare le situazioni avverse. Abilità quantomai utile in quest’epoca, dove quasi nulla ci rimanda stabilità, dalla situazione lavorativa ai rapporti interpersonali agli eventi come quello che ci ha colpito a febbraio e di cui non possiamo fare ancora previsioni certe.

Un atteggiamento positivo in questo senso influenza anche chi ci sta intorno, ad esempio i ns figli.

Il bambino fin dalla prima infanzia percepisce il clima che lo circonda, respirare un atteggiamento di positività lo aiuterà da grande a darsi la possibilità di tollerare la frustrazione e sviluppare un atteggiamento di resilienza, che non è altro che la capacità di fronteggiare le situazioni mettendo in atto le proprie risorse personali.


di Dr.ssa Daniela Benvenuti
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